Quattro gite da fare in giornata, senza usare l'auto.
Per aiutare i molti che a Milano non sono (più) possessori di automobile o che semplicemente amano le gite della domenica ma non le code del rientro in città, ho selezionato quattro gite di un giorno ben collaudate che si fanno facilmente senza auto in giornata.
In un paio di casi – come la traversata Devero-Veglia o il giro del Campo dei Fiori - usare il treno ci permette anzi di fare più di quanto potremmo fare essendo obbligati a tornare a riprendere l’auto nel medesimo posto.
Per quanto riguarda le stagioni: le gite al Campo dei Fiori, al Montorfano e al Parco delle Cave sono fattibili tutto l'anno. In caso di nevicate abbondanti troverete neve sulla parte alta del Montorfano e del Campo dei Fiori, ma basta avere in questi casi un minimo di attrezzatura (scarponi, ghette, bastoncini, eventualmente ciaspole). D'inverno la neve non manca all'Alpe Devero, che diventa anzi un paradiso per le gite con le ciaspole o per provare lo sci di fondo. che è semplice, faticoso e divertente.
Sul Montorfano
Si chiama così perché è una montagnola che spunta solitaria nella piana tra il Lago Maggiore e il Lago di Mergozzo. Per intenderci, siamo tra Stresa e Intra.
Allora, fate così. Prendete un treno da Milano per Verbania-Pallanza. La domenica ad esempio da Milano Centrale alle 7.29, 8.29, 9.29, eccetera.
Un adulto paga € 9,20, un bambino la metà. Il treno impiega 1h e 15’ quindi arriverete diretti a Verbania-Pallanza alle 8.44, 9.44, eccetera.
Arrivati a Verbania uscite dalla stazione e salite in meno di un’ora, al paesino di Montorfano, per un percorso ben indicato. Montorfano è una scoperta: poche case ai margini di un grande prato, in mezzo al quale trovate la chiesa di San Giovanni, eretta nell’XI° secolo, un piccolo gioiello dell’architettura romanica. Quella che vedete risale all’XI° secolo, costruita su una precedente chiesa paleocristiana di cui si possono notare i resti. Dal villaggio in poco meno di due ore potete salire in cima al Montorfano, camminando su una mulattiera nel bosco. Lungo il percorso interessanti resti di cave di pietra: col Granito Grigio di Montorfano sono fatti i bordi dei marciapiedi a Milano.
Sulla cima resti di fortificazioni militari della Linea Cadorna (una sorta di grande opera bellica realizzata durante la prima guerra mondiale, quando si temeva un’invasione tedesca attraverso la Svizzera e mai utilizzata, visto che nessuno è mai stato così stupido da invaderla). Arrivati in vetta godetevi il panorama sul Lago Maggiore e il Monte Rosa, e fermatevi per il picnic.
Dalla cima scendete senza fatica al bel paese di Mergozzo, con antiche case e chiese (ovviamente fatte di granito), un grande olmo che ha più di 500 anni e un lago dove l’acqua è particolarmente pulita e trasparente, molto piacevole per fare il bagno (ci sono diverse spiagge sul lago, tutte libere). A Mergozzo c'è anche un museo archeologico che, uffa, non sono ancora riuscito a visitare (ma credo meriti: ci sono alcune steli del I° secolo a.c. in alfabeto leponzio, e il Museo propone anche anche una attività chiamata “Celto per un Giorno” – ma solo per i bambini, quindi non insistete per partecipare anche voi).
Per tornare a Milano potete anche riprendere il treno a Mergozzo (ad esempio c’è un diretto per Porta Garibaldi alle 18.20) ma, se ce la fate a fare una mezz’ora in più a piedi, chiudete l’anello tornando a Verbania-Pallanza percorrendo la bella e antica mulattiera nel bosco che portava al villaggio di Montorfano. In totale avrete camminato tra 5 e 6 ore, a seconda della velocità e del percorso effettuato.
Esiste anche una versione super soft, per genitori con bambini camminata-resistenti e per adepti della meditazione su prato: limitatevi a salire al villaggio di Montorfano, dove – oltre alle visite culturali - potrete anche incontrare una famiglia di asini molto simpatici che abita appena oltre il villaggio e godervi la vista del lago dal punto panoramico. C’è anche una trattoria, non memorabile ma commestibile.
Volete aggiungere una notte? Ho sentito parlare bene di un paio di b&b che stanno a Bracchio, poco sopra Mergozzo, e sarei tentato di provare l’Hotel La Quartina, che è in romanticissima posizione sul lago e ha buone recensioni su Booking (di cui fido; ne parliamo un’altra volta).
Infine, avete qualcosa da festeggiare e/o volete provare uno dei ristoranti più rinomati del nord Italia? Il pluristellato “Piccolo Lago” di Marco Sacco, profeta della sperimentazione ardita e dell’utilizzo dei prodotti del territorio, sta proprio a Mergozzo. Investirete tra i 150 e i 300 €, vini suggeriti compresi (tanto dopo non dovete guidare!).
All'Alpe Veglia e di lì all'Alpe Devero, se avete gambe. Altrimenti godetevi il Devero, pigramente.
Trovo l’Alpe Veglia un posto assolutamente meraviglioso, ma anche l’Alpe Devero, poco più nord nelle Alpi Lepontine (siamo in Val d’Ossola) non scherza. Solo un filino meno selvaggia ed esclusiva, perché ci si arriva anche in auto (a Veglia no, o si cammina o niente) ma assolutamente scenografica, con quell’aspetto di cratere vulcanico riempito da una prateria verdissima.
Ed è proprio “al Devero” che vi consiglio di andare senza auto da Milano ma attenzione: ci si arriva in autobus solo fino a domenica 11 settembre 2016. Poi solo auto fino alla prossima estate. E’ un po’ laborioso ma ne vale assolutamente la pena. Partite da Milano Centrale alle 7.32 e arrivate a Domodossola alle 8.43. E’ l’Eurocity svizzero: quindi puntualità e comfort garantito per soli € 9.90. Dalla stazione di “Domo” dovete prendere l’autobus per “Cascata del Toce” delle 9.20. Scendete a Baceno, e lì trovate la coincidenza che vi porta all’Alpe Devero, dove arriverete alle 10,30. Da Milano ci avete messo esattamente lo stesso tempo che in auto, ma avete avuto il tempo di leggervi quel libro che è un mese che volevate finire. Arrivati all’Alpe Devero, avete due possibili programmi, molto diversi tra loro. Programma “strong”: traversata da Devero a Veglia.
Dice l’ottimo sito Opentrek.it: “La traversata Devero - Veglia nel parco naturale del Veglia- Devero è un'escursione molto conosciuta, il sentiero ben segnato ed il dislivello non eccessivo contribuiscono a rendere ancora più piacevole questa camminata. Paesaggisticamente molto interessante, stupendi i boschi di larici e gli alpeggi che si incontrano. Da Devero al Rifugio Città di Arona sono circa 14,5 Km. e mediamente ci si impiega circa 5 ore ad arrivare a cui vanno sommate un'altra ora e mezza per raggiungere il parcheggio di Ponte Campo a San Domenico". Insomma, niente di complicato ma sono pur sempre 6 ore e mezzo di cammino, e voi dovete essere a Ponte Campo tassativamente entro le 17.45, ora in cui riparte l’ultimo autobus che, con un cambio a Varzo, vi riporta a Domodossola, da cui ripartirete in treno per essere a Milano in serata. Quindi la traversata fatta nell'ambito di una gita di un solo giorno vi lascia lungo la strada giusto un’oretta per un picnic o un piatto di formaggi locali all’Albergo Lepontino una volta giunti a Veglia. Inutile dire che, prevedendo una lunga traversata, è prudente solo se la meteo che dà bello stabile (io uso ilmeteo.it e lo trovo molto affidabile).
L’alternativa è molto più “soft” ma altrettanto gratificante, specie nelle domeniche autunnali mai affollate: semplicemente gironzolare per l’Alpe Devero. D’obbligo fare il giro dell’alpe, per giungere al Rifugio Castiglioni e da lì poi salire rapidamente al lago delle Streghe, un laghetto come quelli che pensavate esistesse solo nei puzzle da 1000 pezzi della Ravensburger (che io da bambino temevo sempre mi regalassero perchè non avevo certo la pazienza di mettermi a farlo, mi sembrava - e mi sembrano tuttora - una vera follia).
Se si sarà fatta ora di pranzo, e avete a due passi due buoni posti dove mangiare: l’alpe Crampiolo (spesso affollata, buoni formaggi fatti da loro) e, un po’ nascosta e tranquillissima, Casa Fontana, un piccolo albergo-ristorante in cima a un poggio. Se invece volete allungare la camminata, potete fare andare a vedere il lago di Devero o salire all’Alpe Sangiatto. Ma occhio all’orologio. Dovete ritornate al parcheggio dell’Alpe per prendere l’autobus delle 15.55 che con un cambio a Baceno vi porterà a Domodossola alle 17.10, ben in tempo per prendere il treno delle 17.58 per Milano.
Questi programmi sono pensati per una gita domenicale. Se invece potete aggiungerci il sabato vi consiglio di fare in modo da arrivare a Domodossola in tempo per l’autobus delle 12.45, che vi porterà a Devero alle 14, col solito rapido cambio a Baceno. Potrete passare il pomeriggio sull’Alpe per poi farvi la domenica la traversata in tutta calma, avendo anche tempo per visitare meglio l’Alpe Veglia. Per il pernottamento a Devero due possibilità: una sistemazione semplice alla Antica Pensione Alpino (davvero antica, servizi in comune ma piena di carattere, 50 € a testa la mezza pensione) o le bellissime camere e l’ottima cena di Casa Fontana (75€ a testa la mezza pensione).
Un ultimo consiglio, importante: la domenica pomeriggio a Ponte di Campo (il parcheggio da cui parte l’autobus del ritorno da Veglia) spesso trovate il banchetto di Silke e Giuseppe (www.formaggidegiuli.it). Ma potete anche chiamarli prima per sapere dove trovarli. A mio avviso fanno il miglior yogurt – bianco e ai frutti di bosco - che ho mai assaggiato in Italia; la loro toma (“formaggio grasso d’alpe”) vale da sola il viaggio (infatti ogni tanto la andiamo a prendere per usarla nella cucina di Cibario).
In treno sui monti di Varese, come facevano i milanesi prima dell’età dell’automobile
Raccontano le cronache di inizio Novecento che in sole due ore era possibile giungere da Milano in treno, poi in tram e infine in funicolare fino quasi alla cima del Campo dei Fiori, il monte che sovrasta Varese. E’ più o meno lo stesso tempo che impiegherete ora. Le Ferrovie Nord hanno ma non sono mai riuscite a migliorare i tempi di percorrenza, e solo recentemente hanno mandato in pensione recentemente i vagoni 1920 che ho prendevo per raggiungere il mio liceo di Varese.
Ma se vi consiglio questa gita domenicale in treno da quelle parti non è (solo) per nostalgia di quel treno che da Milano vi porta nella alla “città giardino” attraversando una infinità di paesi che finiscono molto spesso in -ate: Malnate, Tradate, Abbiate… (pare sia un suffisso molto comune nella lingua longobarda).
E’ anche perché avete un’infinità di treni, quindi potete partire e tornare all’ora che volete, e scoprirete luoghi belli, o perlomeno curiosi, camminando su una delle montagne in assoluto più vicine a Milano.
Scesi dal treno a Varese prendete l’autobus C che vi porta a Prima Cappella, da cui parte la strada l’antica strada (solo pedonale) del Sacro Monte. I “Sacri Monti”, mulattiere affiancate da cappelle che ospitano dipinti e statue illustranti diversi episodi del Vangelo. Furono eretti soprattutto nell’Italia Settentrionale tra la fine del ‘400 e il ‘600. Inizialmente furono pensati come luoghi sostitutivi del Pellegrinaggio in Terrasanta o di quello Romeo. Poi ebbero una forte spinta durante la Controriforma, quando si pensò di erigere monumenti sacri che potessero educare, tramite le rappresentazioni visive, il popolo delle regioni alpine, nella quasi totalità non alfabeta alla dottrina cattolica, contro i rischi di diffusione del Protestantesimo. Quello di Varese è uno dei Sacri Monti più importanti e meglio conservato. In ciascuna cappella (sono 14) si può guardare dall’esterno la scena rappresentata da statue in dimensioni naturali, con sfondi dipinti. Se volete conoscerlo in ogni suo dettaglio non avete che da scaricarvi la bella guida di Laura Marazzi che trovate su http://www.sacromontevarese.net/images/stories/terza_pagina/Sacro_Monte_...
A fine percorso (e dopo quasi 400 metri di dislivello) si giunge a Santa Maria al Monte, un antico borgo molto ben conservato, in una bella posizione panoramica. Dal lì una mulattiera sale tra i boschi verso la cima del Campo dei Fiori passando accanto al Grand Hotel Campo dei Fiori, un enorme albergo liberty (di Giuseppe Sommaruga, autore di varie opere del liberty a Milano, come il palazzo dell’Unione del Commercio in corso Venezia) che fu importante meta turistica prima che la diffusione dell’automobile indirizzasse altrove il turismo milanese. E’ abbandonato da 50 anni, e da altrettanti anni a Varese si discute cosa farne.
Dal Grand Hotel in pochi minuti si può arrivare sulla vetta del Campo dei Fiori, da cui la vista nelle giornate limpide è davvero spettacolare, sulle Alpi come sui laghi del Varesotto e sulla pianura. In questo momento state camminando da circa 3 ore e potete scegliere, a seconda del tempo e delle energie a disposizione, che fare.
Potete riprendere un autobus che vi riporta in Stazione (o farvi due passi per Varese, magari per andare a visitare la Villa Panza del FAI, con le sue collezioni di arte ambientale – di arte contemporanea non ci capisco molto, mi hanno sempre affascinato le stanze allestite da Dan Flavin su richiesta di Giuseppe Panza).
Oppure, se volete farvi una passaggiata davvero “tonica” potete continuare sulla strada pedonale che corre poco sotto la cresta del Campo dei Fiori fino al Forte di Orino, e da lì seguendo il sentiero (ben segnato ma un po’ scivoloso: scarpe e bastoncini da trekking obbligatori) che scende a Gavirate, dove potrete trovare la Pasticceria Veniani che dal 1840 produce buonissimi Brutti e Buoni, oltre che le solite Ferrovie Nord che vi riporteranno a Milano. In questa seconda ipotesi vi sarete fatti in totale una bella camminata di circa 7 ore e 1000 metri di dislivello in salita. In treno potrete sicuramente sgranocchiare un sacchetto di Brutti e Buoni. Ve li siete meritati.
P.S. scusatemi se, a parte i Brutti e Buoni di Gavirate non ho nessun consiglio gastronomico da darvi. Un po’ per mia ignoranza, un po’ – lo ammetto – per poca fiducia nelle tradizioni gastronomiche locali. Per varie ragioni storiche il Varesotto è una delle poche aree d’Italia che non ha sviluppato una propria cucina del territorio, e la cosa si sente. Se qualche amico può aiutarmi a superare questi miei pregiudizi segnalandomi nella provincia dei 7 laghi luoghi gustosi anche per il palato, grazie!
In metropolitana al Parco delle Cave
Micro segnalazione.,Il Parco delle Cave è luogo un po’ insolito e non conosciuto come merita a Milano.
Lo descrive così www.100kmdaMilano.it , un sito fatto benissimo di consigli : “Non è un semplice parco urbano. Laghi, prati, boschi, radure, corsi d’acqua, antichi fontanili, orti e cascine sono solo alcuni degli elementi che lo caratterizzano. I percorsi pedonali, ciclabili ed equestri che lo attraversano consentono di scoprire angoli suggestivi e di fare incontri sorprendenti, in qualsiasi stagione dell’anno”
E’ assolutamente vero: ad esempio lo stagno è meta di serissimi birdwatchers come quelli che vedete nei documentari del National Geographic, perché si possono vedere uccelli che mai pensereste di incontrare a Milano. Perfetto per bambini e ragazzi che vogliono sperimentare la fotografia naturalistica.
Due tra le più belle cascine di Milano – Cascina Caldera e la recentemente restaurata Cascina Linterno – sono nel Parco delle Cave. Spesso nei fine settimana vi si organizzano attività Imperdibili i laboratori dell'apicultore urbano Mauro Veca (FB: Mauro Veca Apicultore). Mauro ha il suo laboratorio alla Corte del Proverbio, proprio accanto alla Cascina Linterno; produce tra gli altri il Miele Milano, un millefiori di gran qualità, ottimo esempio di concreta applicazione del concetto di chilometro zero.
Per arrivare al Parco delle Cave usiamo semplicemente il metrò. Ad esempio la M5 Lilla scendendo a San Siro. Oppure la M1 Rossa scendendo ad Inganni. E, se siete con i bambini, potete portarvi le biciclette in metrò (sperimentato, funziona e i bambini si divertono a portare le bici in metrò) per poi girare il Parco delle Cave, dove non c’è noleggio bici. Un’idea può anche essere quella di raggiungere in metrò con le bici appresso la fermata Bonola sulla M1 Rossa. Da Bonola potete attraversare il Parco di Trenno, poi il Bosco in Città e infine il Parco delle Cave, restando quasi sempre su pista ciclabile. Una gita “lunga” (a seconda dei percorsi potete fare anche una trentina di Km) ma tranquillamente fattibile in mezza giornata, anche coi bambini.
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